FAQ
Per aprire oggi una attività commerciale non si fa più riferimento alle ex licenze ma ad altri parametri imposti principalmente dai comuni. Se una volta l’autorizzazione ad aprire una nuova attività commerciale veniva data sulla base di quante attività simili fossero già presenti in zona o se troppo vicine tra di loro, ora ci si basa su altri aspetti. Quali? Le principali limitazioni sono imposte dai comuni e dipendono dai requisiti urbanistici (l’immobile sede dell’esercizio deve avere destinazione d’uso commerciale), dai requisiti edilizi e dalla tipologia di contratto di locazione compatibile con la destinazione.
Per aprire un’attività commerciale è necessario seguire alcuni indispensabili step fra i quali:
- Richiedere l’apertura della Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
- Iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente;
- Aprire le posizioni INPS e INAIL;
- Rispettare le pratiche SUAP, Sportello Unico per le Attività Produttive, per le procedure relative all’avvio e all’esercizio di attività produttive di beni e servizi;
- Richiedere l’autorizzazione per esporre l’insegna presso la sede operativa;
- Comunicare l’inizio attività al REA, Repertorio Economico Amministrativo.
A volte, prima di decidere di aprire da zero un’attività commerciale, potrebbe essere una valida alternativa rilevarne una esistente. Per questo, però, è necessario metterti alla ricerca di quella che soddisfa i propri desideri e analizzare tutti i documenti a disposizione per stabilire se si tratta o meno della scelta giusta.
Il business plan è un documento strategico che comprende gli aspetti principali legati allo sviluppo di un’azienda e ne descrive l’idea di business. Si rivela utile per la gestione dell’attività imprenditoriale e per la comunicazione esterna, in particolare verso finanziatori e investitori.
Il Check Finanziario è il punto di partenza per ogni tipo di operazione, una fotografia dell’impresa allo stato attuale. Include:
- Riclassificazione di bilancio;
- Analisi di bilancio per indici;
- Rendiconto finanziario;
- Comparazione con il settore di appartenenza
Inoltre, consente all’impresa di verificare in maniera preventiva la possibilità di beneficiare della garanzia pubblica messa a disposizione dal Fondo Centrale di Garanzia per potere attingere a finanziamenti bancari.
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Dipende dal tipo di attività che s’intende svolgere ma anche dal tipo di forma giuridica che si intende adottare: ditta individuale, società di persone o società di capitali. Ad esempio, rispetto alle società di persone e di capitali, l’avvio di un’impresa individuale non necessita di un atto notarile.
Ogni persona può essere intestataria di una sola ditta individuale e, quindi, di una sola partita IVA, ma può essere socia all’interno di più di una società (sempre rispettando il divieto di concorrenza).
Essere titolare di una sola impresa non vuole dire esercitare un unico tipo di attività: una stessa ditta individuale o una stessa società possono esercitare attività diverse, nel rispetto di limiti e requisiti stabiliti e previe autorizzazioni.
Si tratta di un’unica comunicazione online che permette di procedere all’adempimento di tutti i principali obblighi amministrativi: iscrizione all’Albo imprese artigiane, obblighi fiscali (IVA) previdenziali (INPS) e assicurativi (INAIL), successive dichiarazioni di modifica, cessazione, domande e denunce. Le amministrazioni destinatarie di questa comunicazione sono: Registro Imprese, Albo imprese Artigiane, INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, Ministero del Lavoro.
La partita IVA è un numero composto da 11 cifre, una sorta di carta d’identità di tipo fiscale, collegata all’attività professionale o imprenditoriale; serve per la gestione degli aspetti fiscali, previdenziali e assistenziali, e rimane sempre lo stesso fino alla fine dell’attività relativa.
Deve essere indicato sempre nelle fatture, nelle parcelle, nelle ricevute, nelle comunicazioni che si effettuano e anche nella home page del proprio sito Internet. Per aprire una partita IVA è necessario fare riferimento all’Agenzia delle Entrate.
L’attribuzione della partita IVA è gratuita. Al momento della richiesta è necessario anche decidere se avvalersi o meno di regimi fiscali agevolati, sulla base dei propri requisiti.
Per la gestione dell’IVA si utilizza un registro in cui da un lato viene elencata l’IVA a debito (quella incassata dai propri clienti attraverso le fatture emesse) e dall’altra quella a credito (pagata ai propri fornitori sulle fatture di acquisto ricevute). Ogni mese o ogni trimestre, su opzione, si procede all’autoliquidazione dell’IVA periodica.
Altro adempimento obbligatorio è la “comunicazione annuale dati IVA”, un documento riepilogativo che raggruppa tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA dell’anno precedente. Ultimo adempimento è la dichiarazione annuale IVA, documento riepilogativo dove confluiscono anche gli esiti di tutte le liquidazioni periodiche e i versamenti effettuati nel corso dell’anno solare.
Ogni qual volta che si vende un bene o si presta un servizio, sorge l’obbligo di consegnare contestualmente un documento di rilevanza fiscale che abbia come finalità principale quella di certificare i corrispettivi, di provare cioè di fronte a chiunque – specie all’erario – la natura ed il risultato dell’operazione.
Esistono una serie di documenti finalizzati ad ottenere questo risultato. Il principale, nonché più noto, è la fattura, che rappresenta il più diffuso strumento di certificazione dei compensi.
La fattura deve contenere obbligatoriamente alcuni elementi e, quando non viene emessa, dallo scontrino.
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