Regionali, il parere dei candidati cesenati sulla Romagna penalizzata

Una Regione che governi sanando ilgap che ancora separa la dotazione infrastrutturale tra Emiliae Romagna, che magari cominci aragionare sull'aeroporto della Romagna e procuri l'alta velocità anche nella parte di Emilia Romagna che da Bologna degrada, nel senso letteraledel termine, verso Rimini.

Una Regione che rifinanzi la legge 40 per i contributi al turismo, che dia il là alla lotta senza quartiere contro l'abusivismo commerciale, che anche attraverso il federalismo fiscale riduca le tasse, che aggiorni la ormai invecchiata legge Bersani del 1998, che la smetta di promuovere provvedimenti demagogici sul traffico come il blocco del giovedì, che intervenga in maniera efficace sulla regolamentazione degli orari dei negozi.

E' stata la parte saliente della abbondante materia sviscerata in una non incolore puntata di Vox Populi su Teleromagna, promossa dalla Confcommercio cesenate in cui la parte del leone, più che i politici, l'anno fatta proprio gli imprenditori.

Il presidente Augusto Patrignani, il direttore regionale Confcommercio Davide Urban, il presidente della Fiva Alverio Andreoli ,il presidente degli alimentaristi Giancarlo Andrini hanno ben appoggiato i conduttori Piergiorgio Valbonetti e Paolo Morelli nell'incalzare i candidati alle elezioni regionali nel collegio di Forlì-Cesena presenti in studio: Damiano Zoffoli (Pd), Antonio Nervegna (Pdl), Andrea Pasini (Udc) Jacopo Morrone (Lega Nord), più Giordano Conti, presidente di Serinar e papabile assessore regionale, se vincerà Vasco Errani.In collegamento esterno Tiziano Alessandrini, candidato del Pd.

Soprattutto Patrignani si è fatto paladino della causa romagnola, sottolineando che non è più possibile che la Regione proceda a due velocità: tanto vale allora, se si dovrà proseguire con questa sperequazione, prefigurare il nuovo assetto istituzionale della Regione Romagna che non necessariamente significa aumentare i costi della politica: basta dividere i 50 consiglieri in due assemblee distinte.

Zoffoli ha difeso l'operato di una Regione in cui "si vive benissimo, come in pochi posti in Europa", Nervegna ha attaccato il sistema di potere ingessato e senza ricambio e un governo regionale che non ha valorizzato turismo e sviluppo, Pasini ha spiegato la scelta dell'Udc di correre solo e ha sottolineato l'esigenza di una svolta nel modo di sostenere imprese e famiglie, e Morrone ha spinto sui temi più cari alla lega, dal federalismo alla sicurezza.

Conti, da presidente di Serinar, ha parlato di sistema universitario d'eccellenza.

I candidati hanno inoltre reso pubblico quanto hanno investito in campagna elettorale: 30mila euro per Zoffoli e Nervegna, 15 mila per Pasini e Morrone. Sulla disputa che ha fatto capolino per tutto il dibattito – quella dei due pesi e due misure presunti nel governo regionale applicato di Emilia dau na parte e Romagna dall'altra- anche la matematica ha finito per entrare in conflitto: il turismo costiero procura l'80% dell'intero Pil regionale, ma dalla Regione arriva alla Romagna solo il 50% delle risorse, ha osservato Nervegna (Pdl). "La provincia di Forlì-Cesena ha invetsto in sicurezza 12,8 milioni di euro contro gli 11mila di quella di Bologna, ben più estesa- ha ribattuto Zoffoli (Pd), secondo cui la distribuzione delle risorse è equa. Quanto alla Regione Emilia Romagna, il democratico Zoffoli non si è detto contrario al referendum.

Appello finale applaudito di Patrignani sulle tasse: smettiamola di dire paghiamo tutti per pagare di meno, ma cominciamo a pagare di meno per pagare tutti.

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