Manifesto sul turismo

Dopo il documento “Il Turismo lavora per l’Italia”,realizzato da Federalberghi-Confcommercio per sollecitare una maggiore attenzione al settore, un manifesto per il rilancio del turismo italiano, da presentare al prossimo Governo, per dare la giusta attenzione al settore, evitando che sia, ancora una volta, all’ultimo posto nell’agenda politica, è stato lanciato da alcuni parlamentari.

L’iniziativa, che per la prima volta vede coinvolti e uniti i rappresentanti delle tre associazioni di categoria: Federalberghi e Confturismo-Confcommercio, Assoturismo-Confesercenti e Federturismo-Confindustria, è supportata da una mozione, primo firmatario il senatore Francesco Rutelli, che è stata sottoscritta da senatori di tutte le forze politiche.

Dodici le priorità che il manifesto mette in campo, a partire da una riorganizzazione della governance che (come prevede il disegno di legge predisposto dall’attuale governo) attui per il settore una legislazione concorrente, che dia allo Stato i poteri sulle strategie e la gestione alle Regioni (oggi la materia è di competenza esclusiva delle Regioni).
Tra gli altri punti qualificanti dell’iniziativa, la trasformazione in Spa dell’Enit che preveda la partecipazione azionaria delle Regioni e il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, il rafforzamento dell’Osservatorio nazionale sul turismo perché fornisca regolarmente statistiche, proiezioni e indicazioni di scenari riguardanti i trend turistici.

E ancora, la mozione prevede di vincolare la finalizzazione della tassa di soggiorno, da parte dei Comuni, per un 75% all’effettivo miglioramento dei servizi turistici e urbani e per il restante 25% per alimentare un Fondo nazionale per le attività produttive turistiche nel quale far confluire risorse annue dello Stato, risorse delle Regioni e la quota proveniente, appunto, dalla
tassa di soggiorno.

Fine del Fondo sarebbe, tra l’altro, la facilitazione del passaggio degli imprenditori alberghieri dallo status di affittuari a quello di proprietari, il sostegno alle aggregazioni di imprese ed alla formazione di network; il potenziamento del fondo centrale di garanzia a supporto dei Confidi pubblici.
Il manifesto si propone, tra gli altri obiettivi, anche quello di uscire subito dalla paralisi delle concessioni demaniali.



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