Uova crude e carni mal cotte al bando nei locali pubblici fino al 30 settembre ordinanza per prevenire la salmonella

Uova crude e carni mal cotte al bando nei locali pubblici fino al 30 settembre.

Nei comuni del comprensorio cesenate, fino al 30 settembre 2016 non potranno più essere somministrati e servite cibi contenenti uova crude, nè carni che non siano state cotte adeguatamente.

Lo stabilisce un’ordinanza che fornisce precise indicazioni in materia ai locali di ristorazione pubblica e collettiva (ristoranti, mense, self service, ecc.), agli alberghi e a tutti gli esercizi di ospitalità. Da un lato, infatti, l’ordinanza vieta la somministrazione di prodotti alimentari contenenti uova crude e non sottoposti, prima del consumo, a trattamento di cottura, e dall’altro raccomanda l’adeguata cottura delle carni (con particolare attenzione per salami, salsicce, ecc).

Il provvedimento ha l’obiettivo di evitare casi infezione da salmonelle, tenuto conto che nella stagione estiva il rischio è maggiore, che alcune categorie più fragili (come anziani, bambini piccoli, immunodepressi) se infettati rischiano gravi conseguenze, e che gli alimenti con uova crude e gli insaccati di carne suina risultano frequentemente coinvolti in episodi di questo tipo.

Già da diversi anni con l’arrivo dell’estate i comuni del comprensorio adottano questa misura per le uova crude a cui, quest’anno si affianca anche l’attenzione per le carni cotte in modo inadeguato.
A seguito delle ordinanze comunali di divieto di somministrare uova crude e carni non adeguatamente cotte, la Confcommercio del comprensorio cesenate ha contattato la dirigenza del settore degli Alimenti e Nutrizione dell’Ausl e le ha posto un quesito sulla tipologia di carne interessata ed è stato specificato che il divieto in essere si pone – come dettagliato nell’ordinanza regionale – solo per la “somministrazione di salumi a pasta macinata e salsicce/salamelle di carne suina ed avicola non sottoposte, prima del consumo, a trattamento termico di completa cottura”.

Il divieto di somministrare “carni non adeguatamente cotte” citate nelle ordinanze comunali sono da intendersi quindi, solo per quelle dettagliate dalla ordinanza regionale.

Chi non si atterrà alle disposizioni contenute nell’ordinanza rischia un’ammenda o perfino l’arresto, così come prevede l’articolo 650 del Codice Penale.



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