Dagli studi di settore agli indici sintetici di affidabilità fiscale. Iniziata la fase di sperimentazione

1. La riforma
Il principale risultato conseguito dall’azione sindacale della Confederazione nel decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017, è, senza ombra di dubbio, la riforma degli studi di settore.
Riforma che prevede che gli studi di settore non siano più uno strumento di accertamento e di controllo, ma rappresentino un sistema di valutazione dell’affidabilità del contribuente. Ed i contribuenti più affidabili saranno premiati attraverso rimborsi fiscali più veloci, l’esclusione da altri strumenti di accertamento, la riduzione dei termini entro i quali l’Agenzia delle Entrate potrà eseguire dei controlli sulle imprese.

Il cambiamento è, pertanto, “epocale” perché si passa da uno strumento di accertamento ad uno strumento di prevenzione, di dialogo, di collaborazione con il Fisco e di premialità.
Il nuovo strumento sarà costruito sulla base di una metodologia statistico-economica innovativa che fornirà come risultato un indice sintetico (su scala da 1 a 10) e che valuterà il grado di “affidabilità/compliance” del contribuente attraverso la sintesi di un sistema di indicatori significativi.
Oggi, lo studio di settore stima un ricavo presunto, il cui scostamento dal ricavo dichiarato potrebbe essere oggetto di accertamento presuntivo.
Domani, invece, il nuovo indicatore stimerà un livello di “affidabilità/compliance” del contribuente e potrà garantire l’accesso di quest’ultimo alla premialità.
L’indice di “affidabilità/compliance” verrà costruito sulla base di una metodologia statistico-economica innovativa.

Le 10 principali novità della nuova metodologia sono:

  1. Indice sintetico di “affidabilità/compliance”:
    quest’indice rappresenta il posizionamento di ogni contribuente sulla base di una serie di indicatori significativi (su una scala da 1 a 10);
  2. Indicatori di normalità economica: questi indicatori, finora utilizzati per la stima dei ricavi/compensi,
    diventeranno indicatori per il calcolo del livello di “affidabilità/compliance”;
  3. Stima di più “basi imponibili”: verranno stimati il valore aggiunto e su questa base i ricavi/compensi ed il reddito;
  4. Dati panel: il modello di regressione sarà stimato su dati panel (8 anni invece di 1), conterrà più informazioni e produrrà stime più efficienti e più precise;
  5. Modelli organizzativi (cluster): la nuova metodologia di individuazione dei modelli organizzativi consentirà una tendenziale riduzione del numero, una maggiore stabilità nel tempo e un’assegnazione più robusta del contribuente al cluster;
  6. Unica regressione: non ci sarà più una regressione per ogni cluster ma un’unica regressione in cui la probabilità di appartenenza ai cluster è una delle variabili esplicative;
  7. Nuovo modello di stima: ci sarà una maggiore interpretabilità economica dei coefficienti stimati (elasticità rispetto al valore aggiunto) ed una migliore aderenza dei risultati alla realtà economica;
  8. Ciclo economico: il nuovo modello di stima coglierà l’andamento ciclico e, quindi, non sarà più necessario predisporre specifici correttivi congiunturali (i cosiddetti “correttivi crisi”);
  9. Effetti individuali: i risultati saranno personalizzati per singolo contribuente sulla base degli effetti individuali calcolati con il nuovo modello di stima;
  10. Semplificazione del modello di comunicazione dei dati: ci sarà la riduzione delle informazioni richieste al contribuente per la compilazione del modello di comunicazione dei dati e, quindi, una semplificazione del modello studi di settore.
    Si tratta, quindi, di un cambiamento “epocale” che consentirà il superamento degli studi di settore e che rientra nella linea strategica volta a migliorare la qualità del rapporto e la collaborazione tra Fisco e contribuente, a favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili, a prevenire anziché reprimere,
    nonché a semplificare gli adempimenti fiscali a carico dei contribuenti.

2. Il calendario della riforma: iniziata la fase di sperimentazione dei nuovi indici di affidabilità Fiscale
Nella riunione della Commissione degli Esperti sugli studi di settore del 7 marzo 2017, sono stati presentati i nuovi “Indici Sintetici di Affidabilità” (“ISA”), che daranno vita ad un rapporto completamente nuovo tra Fisco e contribuenti.
I primi 70 “ISA” dovrebbero essere approvati entro la fine del 2017, mentre i restanti 80 “ISA” dovrebbero vedere la luce entro il 2018.
Come detto, i nuovi “Indici Sintetici di Affidabilità” saranno formati da un insieme di indicatori elementari di
affidabilità e di anomalia e consentiranno di posizionare il livello dell’affidabilità fiscale dei contribuenti su una scala di valori che andrà da 1 a 10.
In particolare, gli indicatori elementari di affidabilità valuteranno l’attendibilità di relazioni e rapporti tra grandezze di natura contabile e strutturale, tipici per il settore e/o per il modello organizzativo di riferimento, mentre gli indicatori elementari di anomalia valuteranno incongruenze e situazioni di normalità/
coerenza del profilo contabile e gestionale che presentano carattere atipico rispetto al settore ed al modello organizzativo cui sono riferiti.
La sperimentazione degli “Indici Sintetici di Affidabilità” ha riguardato – in questa prima fase – 8 settori economici:

  • Commercio all’ingrosso di macchine utensili;
  • Commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, pelletterie ed accessori;
  • Amministrazione di condomini, gestione di beni immobili per conto terzi e servizi Integrati di gestione agli edifici;
  • Attività degli studi di ingegneria;
  • Fabbricazioni di calzature, parti e accessori;
  • Produzione e commercio al dettaglio di prodotti di panetteria;
  • Manutenzione e riparazione di autoveicoli, motocicli e ciclomotori;
  • Servizi di ristorazione commerciale.

A partire dal periodo di imposta 2017, saranno operativi 70 “ISA” che riguarderanno circa un milione e mezzo di contribuenti:

  • 29 per il commercio;
  • 15 per le manifatture;
  • 17 per i servizi;
  • 9 per i professionisti.

Per il periodo d’imposta 2018, anche i contribuenti che rientrano nei restanti 80 settori economici avranno a disposizione questo nuovo strumento di “compliance” e di premialità fiscale.



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