Riaprire le palestre, fanno bene alla salute

RICHIESTA DEL NUOVO SINDACATO DELLO SPORT CONFCOMMERCIO CESENATE

Nuovo parto in casa Confcommercio cesenate. Si è costituito il sindacato dello Sport Confcommercio Cesena, presieduto da Massimo Manuzzi, affiancato nel direttivo da Alan Baroncini, Luca Piancastelli, Cristian Fusaroli Casadei, Michele Cantori. Coordinatrice Lisa Brigliadori. “Il nostro mondo dello sport, delle palestre, delle piscine e dell’associazionismo correlato alle varie discipline sportive ha bisogno di una forte rappresentanza – afferma il presidente Massimo Manuzzi – e Confcommercio gode di una grande reputazione, l’ideale per noi. Il momento, purtroppo, è drammatico: il  Dpcm del 25 ottobre ha prodotto misure penalizzanti per una serie di categorie economiche, fra cui la  chiusura totale per attività come quelle delle palestre e delle società sportive, nonostante il rispetto dei protocolli anti Covid fosse ampiamente attuato. Le imprese e le società si sono subito adeguate ai protocolli, hanno investito danaro, rispettando il patto con lo Stato e ora si trovano senza lavoro, loro e i dipendenti. Incomprensibile e inacccettabile. Servono puntali, tempestivi e rapidi ristori, almeno pari alle perdite. Bloccare questo settore è grave, economicamente per chi perde il lavoro, e socialmente per i fruitori perché lo sport procura benessere psicofisico, fondamentale nel duro periodo che stiamo attraversando”.

“Siamo lieti che Confcommercio allarghi la sua famiglia – dice il presidente Augusto Patrignani – e il neonato sindacato dello Sport è rappresentativo di un mondo importante e capillarmente radicato nel Cesenate. Purtroppo il nuovo sodalizio comincia ad operare in un passaggio molto difficile, in cui società e imprese scontano iniqui provvedimenti a loro danno, che minano il rapporto fiduciario con lo Stato. Quello che è irricevibile è la chiusura delle imprese che lavoravano rispettando le regole. Sono state messe a reddito zero, ma con i costi gestionali sempre in corso, sicché non è vero che chi si vede impedito di lavorare nella propria impresa come le palestre, non ha più niente. In realtà ha meno di niente, va sotto zero: perché continua a pagare costi fissi, utenze, senza percepire un euro. Una vergogna che ciò sia stato fatto avvenire”.

Quanto alle palestre che nel Cesenate sono rappresentate ad alto livello da ottimi professionisti del settore – proseguono Patrignani e Manuzzi – si è  andati a colpire uno dei settori che più si era impegnato nei mesi scorsi per rispettare i protocolli richiesti dal Governo al termine del lockdown. Un lavoro serio e accurato, quello svolto nei mesi scorsi dai proprietari delle palestre, che una volta di più si sono dimostrati professionisti attenti, preparati e scrupolosi. Purtroppo il Governo non ha tenuto conto di questo, firmando una chiusura che non è affatto meritocratica e va a creare enormi difficoltà ad un comparto già duramente provato dalle chiusure della scorsa primavera. Un settore, rimarco, che non ha soltanto funzioni di allietare il tempo libero della clientela, ma anche di carattere terapeutico grazie ai benefici conclamati dal punto di vista del benessere psicofisico per coloro che frequentano le palestre. Un elemento, questo, che rende ancora più grave l’errore di chiuderle. Per questa ragione  chiediamo adesso aiuti immediati da parte del Governo anche per questi imprenditori, in modo che possano superare indenni gli effetti di queste nuove e sciagurate chiusure”.



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